Era un pomeriggio sferzato dal vento. Le palme vicino alla battigia si torcevano. L’oceano, seppure con moderato rispetto, mordeva. Io… cercavo il varco. Per passare da un’insenatura ad un’altra senza bagnarmi. Ci riuscii. Anche se le gocce delle onde infrante sugli scogli, roteavano nell’aria fino, di fatto, a raggiungermi. Qualche ragazzo tentava, in questo contesto, di giocare a pallone. Ma era impresa decisamente ardua anche per il più talentuoso dei calciatori. Io invece, ricordo, optai per un programma meno energico. Semmai energetico. Gustai infatti un drink di latte di cocco che, tanto in quel viaggio, quanto nei tanti altri fatti a seguire, stentai più a ritrovare. Ovviamente, la sua preparazione, vide la classica e cruente decapitazione della noce di cocco con il macete.
Ed eccoci qui, Mara, seduti attorno a questa vecchia tavola,...
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