Senza telefono o tablet. Solamente con la propria compagnia e quella di pochissime altre persone. Per un’intera giornata. Questa è l’isola di Gorgona, così come l’ha vissuta la nostra amica Valentina.
Valentina partiamo contestualizzando geografia e origini di questa meta.
L’isola di Gorgona si trova nel Mar Ligure di fronte a Livorno, e con i suoi 2,2 kmq è la più piccola dell’Arcipelago Toscano. E’ un’isola che nel suo nome mostra un apparente contrasto. Un’interpretazione la lega alle “Gorgoni”, i leggendari mostri alati dallo sguardo che impietriva e dai serpenti per capelli. Un’altra alle Gorgonie, coralli a forma di ventaglio che vivono sui suoi fondali.
Raccontaci il primo impatto con l’isola, dove sapevi che non ti saresti potuta portare il cellulare..
La prima sensazione che ho provato appena sbarcata sull’isola è stato un profondo senso di libertà. Sarà stato il meraviglioso scenario della costa a picco sul mare e il verde della vegetazione. Sarà stato quel cielo che con la foschia si confondeva con tutta l’acqua circostante. O quelle piccole e poche casette tutte raggruppate e oramai quasi sempre disabitate. Se non dalla signora Luisa, unica abitante dell’isola. Li non è possibile portare cellulari e tablet. Entri davvero in contatto con la natura e con te stesso.
Un viaggio dunque, fuori dalle canoniche mete turistiche.
Si, soprattutto perchè l’isola è tuttora un carcere a cielo aperto. Ospita dal 1869 un penitenziario, nato come succursale di quello dell’isola di Pianosa. Ad oggi ci sono circa 90 detenuti. La particolarità è il recupero attraverso la colonia penale agricola.
Quali attività ti è stato possibile fare
Prevalentemente trekking. Una totale immersione tra sensazioni, profumi, rumori di una natura quasi incontaminata. E un piccolo bagno nell’unica spiaggetta accessibile dell’isola.
Cosa ti porti a casa di questa esperienza Valentina…
Durante questa esperienza ho provato tante emozioni per gli scenari che dopo ogni sentiero ti si prospettavano di fronte. E poi le riflessioni su un possibile recupero sociale dei detenuti. Quando vedi il loro lavoro e li saluti per strada, apprezzi il grande impegno. E poi, non di meno in quanto a dolci ricordi, quello dell’incontro con la signora Luisa, che ha deciso di trascorrere tutti i suoi giorni in un luogo fermo nel tempo.
Quali sono i motivi per i quali la consiglieresti, come meta…
La consiglierei per dedicare una giornata ad esplorare un paesaggio quasi incontaminato. E poi, per il filo diretto che crei con te stesso. Hai la possibilità di regalarti un completo isolamento, lontano da tutto il mondo esterno, senza il cellulare che funga da continuo motivo di distrazione. Questo nella quotidianità non sarebbe altrimenti un esperimento così facile da attuare.