Un altro tarlo che si insinua spesso nelle mie avventure, è la ricerca del confine. Inteso proprio come il confine fisico. In Galizia volevo maledettamente arrivare a quell’ultima falesia a strapiombo nell’Oceano. Dove poter supporre, anche se le distanze non lo permetterebbero mai, di vedere i territori che fronte a me, guardano a loro volta l’orizzonte. Finisterre in ciò si prestò alla perfezione. Lo scenario era realmente da ultimo baluardo. Il faro a dominare gli scogli, e lo scarpone. Già, perché non ne ero a conoscenza prima di arrivarvi, ma rappresentava anche la fine del Cammino di Santiago. Giocai sulle due sensazioni. Sui due comparti. Il confine e il cammino. Fu bello in ciò scoprire che altri fecero lo stesso. Con brevissime storie e piccoli oggetti poggiati tutti intorno allo scarpone. Fu motivo, per me, per ricordare l’importanza della condivisione.

Ed eccoci qui, Mara, seduti attorno a questa vecchia tavola,...
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