Weligama

appunti di viaggio

Weligama

Il caso volle che partecipai ad una mostra del celebre fotografo Steve McCurry proprio una manciata di giorni prima di partire per lo Sri Lanka. Mi segnai la zona dedita alla pesca che l’artista riprese anni prima. Viaggiavo lungo la costa sud. La varietà era assoluta. Spiagge con chioschi che vendevano pesce di ogni genere. Altre contornate da palme e surfisti. Altre ancora deserte con alcune tartarughe che risalivano la battigia. Incastonata tra esse questa scena. Cosiddetta, “i pescatori di Weligama”. Che con le loro doti non solo di pesca, ma anche di equilibrio, con le nocche rispettosi a bussare alla porta dell’oceano.

LA COLONNA SONORA

Samuele Bersani – Il pescatore di asterischi – “Un cielo che si appoggia sul mare, e tu impari chi sei. Come un giocoliere spendi tutto il tempo a cercare, il senso, gravitazionale che non c’è”.

IL FOCUS

Praticata all’alba e al tramonto, la pesca con la pertica o sul trespolo, è una peculiarità dei pescatori dello Sri Lanka che, in precario equilibrio su pali alti fino ad 80 metri, attendono di catturare sardine, aringhe e piccoli sgombri. L’intera struttura è costituita da un palo portante, fissato sul fondo del mare, alla cui sommità, viene collocata una barra trasversale, chiamata “Petta”, su cui siedono i pescatori. Tali strutture vengono tramandate da padre in figlio.

LA BUSSOLA

Troverete i pescatori di Weligama lungo la strada costiera che collega le cittadine di Matara e Galle, vittime qualche anno addietro di un tremendo Tsunami. Il sole splende spesso da queste parti, e l’oceano mitiga l’afa che invece capita di trovare nelle zone interne dell’isola.

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