Vasto

appunti di viaggio

Vasto

Alcuni momenti hanno la fortuna di saper ritornare. Io tra la sabbia e gli scogli di Vasto ho passato tantissime estati. E per una decina di volte almeno mi sono regalato la compagnia dell’alba. La fantasia non può che spingerti verso i trabocchi, con quell’aspetto un pò avventuriero e un pò dimenticato. Da libri di narrativa come quelli che ti ritrovi a leggere da ragazzo. E aspetti. Aspetti l’alba. E costruisci una storia nella tua fantasia. Fino a quando non arrivano dei pescatori, spesso anziani, ma soprattutto fantasiosi quanto te. E allora la storia la condividi. Prima ascolti. E poi rielabori. Riarrangi. E come un amanuense, trascrivi nei ricordi.

LA COLONNA SONORA

Daniele Groff – Everyday – “C’è un’acqua qui, che credimi, ne hai visti specchi oramai, ma non di certo così si vede l’anima”.

IL FOCUS

Nonostante i trabocchi siano macchine pescatorie, la loro realizzazione è dovuta all’ingegno ed all’opera di abili artigiani (falegnami, carpentieri, fabbri) di origine ebraica, provenienti da Francia e Germania che, nella seconda metà del 1600 si trasferirono lungo questo tratto di costa abruzzese. Le due famiglie che hanno segnato la storia dei trabocchi furono i Veri, provenienti dalla Francia e gli Annecchini, giunti dalle contrade tedesche.

LA BUSSOLA

La città di Vasto segna il confine tra abruzzo e molise. I mesi che anticipano la piena estate sono senza dubbio i più belli. Potrete godere di un’ottima pista ciclabile, che costeggia tantissimi di questi trabocchi. Ad ogni ora del giorno possono regalare scorci ed effetti buoni per una sosta.

Ed eccoci qui, Mara, seduti attorno a questa vecchia tavola,...

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Ed eccoci qui, Silvia, seduti attorno a questa vecchia tavola,...

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Senza telefono o tablet. Solamente con la propria compagnia e...

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Ed eccoci qui, Elisa, seduti attorno a questa vecchia tavola,...

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