L’avevo promesso a me stesso. Niente macchina fotografica la prima sera a Tokyo. Buona compagnia, un fuso orario ancora da smaltire, una città inesplorata che mi avrebbe fatto arrossire a fotografarla al primo incontro. Però quella macchinetta, nello zaino la misi. L’ascensore corse veloce. All’aprirsi delle porte, tutto tranne la fine. E pensai davvero, come in un passo celebre di un altrettanto celebre film, come puoi scegliere un posto dove vivere, come puoi scegliere una via, o un vicino. Tutto è inevitabilmente e principalmente frutto del caso. Anzi, quasi tutto. Quasi perchè quella macchinetta nello zaino ci sarebbe finita altre mille volte se la scena si fosse ripetuta da capo. La speranza di regalarmi uno scatto da ricordare non riesco mai a chiuderla dietro una porta sull’uscio di casa. E anche quando prova ad accadere, beh ecco… scusate ho dimenticato una cosa. Arrivo subito.

Ed eccoci qui, Mara, seduti attorno a questa vecchia tavola,...
Read More