Mi ero lasciato alle spalle da circa venti minuti un piccolo villaggio di pescatori, con mamme e bambini sulla porta a regalarci un saluto. ” Wasaa “. Così le popolazioni locali chiamano gli stranieri che attraversano le loro terre. E lo senti gridare in ogni angolo, in ogni casa, per strappare un cenno d’intesa. Ma la cosa più bella, fu che alcuni dei ragazzini intrapresero la strada con me, senza chiedersi la direzione, solo per condividere il cammino. Sperando magari in una caramella, della frutta, o dei colori per disegnare. Fino a quando, come spesso succede, fu un pallone a mettere tutti d’accordo. Giocai per qualche minuto prima di riprendere la via. Divertito e spensierato.

Ed eccoci qui, Mara, seduti attorno a questa vecchia tavola,...
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